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  • 23 Marzo 2015

    Il Metronomo e le cose che evolvono


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    E’ Ludwig van Beethoven; l’Allegretto scherzando della sinfonia in Fa maggiore; l’ottava. In questo movimento Beethoven rende omaggio al metronomo, lo strumento che indica il tempo in musica.

    Il regolare e insistito ta-ta-ta-ta dei fiati ne descrive i battiti: il pendolo del metronomo va e viene, e il suo ritmo crea la relazione fra note e tempo.


    BEETHOVEN SINF N 8

    Ogni cosa in natura sembra seguire un ritmo, una pulsazione: gli astronomi ci dicono che lo stesso Universo periodicamente si contrae e poi torna a espandersi. Va e viene; proprio come il pendolo del metronomo.

    Nessuna cosa in natura è ferma, tutto è in evoluzione; anche se i nostri sensi non sempre riescono a percepire le trasformazioni che, tuttavia, si verificano: la deriva dei continenti, il ciclo litologico, la formazione delle galassie…

    Nel nostro piccolo, di alcuni ritmi naturali riusciamo ad accorgerci: l’alternarsi del dì e della notte, l’avvicendarsi delle stagioni, il ciclo lunare…

    Ma come avvertire che, ad esempio, il continente euroasiatico si allontana dal Nord America di circa tre centimetri l’anno? I nostri sensi non ci riescono. E allora, come facciamo a saperlo?

    GALASSIA NGC3190

    La risposta è nella nostra natura: Homo sapiens, e cioè tutti noi uomini, si è evoluto sviluppando capacità razionali e applicando la sua attenzione al mondo naturale; per studiare l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, l’infinitamente rapido e l’infinitamente lento ha inventato strumenti capaci di valutare distanze, registrare moti, processi, cambiamenti che i nostri sensi naturali non sono in grado di percepire. Le nostre conoscenze attuali sono frutti di menti sagaci e di lunghi ragionamenti.

    Oggi sappiamo che abitiamo un pianeta infinitamente piccolo della via Lattea, la nostra galassia, e che questa, composta da miliardi di stelle, è a sua volta quasi un niente rispetto allo sterminato numero di galassie che popolano l’Universo. Sappiamo, inoltre, che l’Universo stesso e le galassie e il nostro sistema solare e il nostro pianeta sono fatti degli stessi elementi naturali, degli stessi atomi che costituiscono noi stessi, il nostro corpo, i nostri cibi; materia generata da esplosioni stellari.

    E, dunque, veniamo da molto lontano. Siamo il frutto di una lunghissima evoluzione affrontata insieme a tutto ciò che ci accompagna e che, nel tempo profondo, è stato roccia, aria, lava, terra, pianta, stella…

    Tutto quanto esiste nell’Universo è tessuto con gli stessi elementi, in una rete di energia e materia le cui forme incessantemente evolvono nel tempo. Tutto è simile a tutto. E, in questa realtà costantemente in evoluzione, il battito del metronomo segna la fine del tempo per qualcuno, l’inizio per qualcun altro.

    ECLISSI DI SOLE MARZO 2015 DSC 3517