CALDER - SCULPTING TIME
A tutto il 6 ottobre 2024, al Museo d’Arte della Svizzera Italiana di Lugano (MASI-LAC) sono esposte, nella bella mostra intitolata Sculpting Time, 35 opere dell’autore americano realizzate nel periodo 1930-1960.
Alexander Calder, nasce nel 1898 a Lawton (Pennsylvania) in una famiglia di artisti; rappresenta una figura cardine dell’arte del XX secolo, “sarà ricordato per sempre come l’uomo che fece muovere la scultura”[1].attraverso l’introduzione del movimento in una forma d’arte statica.
"Calder. Sculpting Time" esplora l'impatto profondo e trasformativo di uno degli artisti più rivoluzionari del XX secolo attraverso uno sguardo mirato. Alexander Calder (1898-1976) ha cambiato il modo in cui percepiamo e interagiamo con la scultura, introducendo la quarta dimensione del tempo nell'arte con i suoi leggendari mobiles – termine coniato da Marcel Duchamp che in francese si riferisce sia al "moto" che al "movente" – ed esplorando i volumi e i vuoti negli stabiles, i suoi oggetti stazionari così battezzati da Jean Arp. La mostra comprende oltre trenta capolavori realizzati tra il 1930 e il 1960 – gli anni più innovativi e prolifici di Calder – dalle prime astrazioni o sphériques a una magnifica selezione di mobiles, stabiles e standing mobiles di varie dimensioni.
"Sculpting Time" presenta anche un'ampia serie di constellations di Calder, un termine proposto da Duchamp e James Johnson Sweeney per gli amati oggetti dell'artista realizzati in legno e filo metallico nel 1943, periodo in cui il metallo scarseggiava a causa della Seconda guerra mondiale.
A cura di Carmen Giménez e Ana Mingot Comenge
La mostra è realizzata grazie a Fondazione Favorita.
(dalle note alla presentazione della mostra su www.luganolac.ch )
L’eredità di Calder perdura non solo nella presenza fisica delle sue opere, ma anche nel profondo impatto del suo lavoro che ha cambiato il modo in cui percepiamo e interagiamo con la scultura.
[1] Thomas Messner in Alexander Calder. A Retrospective Exhibition, The Solomon R. Guggenheim Museum, New York, Musée d'Art Moderne, Parigi, 1964.