PARCO CIANI, UNO SGUARDO INEDITO
Il Parco Ciani a Lugano e la Villa omonima che nel parco è immersa devono il loro nome ai fratelli Giacomo e Filippo Ciani, nati a Milano l’uno nel 1776, l’altro nel 1778, discendenti di una famiglia di Leontica, in Val di Blenio, emigrata nel XVII secolo nella capitale lombarda.
A Milano i fratelli Ciani, banchieri e commercianti, frequentarono ambienti progressisti e parteciparono attivamente ai moti risorgimentali. Esiliati nel 1821 dagli austriaci perchè patrioti italiani, vissero fra Ginevra e Londra fino al 1829-30 quando ottennero la cittadinanza elvetica e si trasferirono in Ticino dove continuarono l’attività politica: Giacomo rilevò nel 1842 la tipografia Ruggia cui dette il nome di Tipografia della Svizzera Italiana e divenne editore di pubblicazioni contro gli austriaci; Filippo fu eletto membro del Gran Consiglio (1839-47), divenne Consigliere di Stato (1847-52) e diresse il Dipartimento della pubblica istruzione, promuovendo la laicizzazione dell’insegnamento.
Nel 1840 i Ciani acquistarono la villa che oggi porta il loro nome e che, nel tempo, ospitò importanti esponenti del risorgimento italiano fra cui Giuseppe Mazzini e Carlo Cattaneo.
Nel 1912 gli eredi Ciani vendettero la villa al Comune di Lugano a condizione che, insieme al parco che la circonda, fosse sempre e soltanto destinata a scopi di utilità pubblica.
I cittadini luganesi e le frotte di turisti in visita possono oggi godere del parco pubblico, curato amorevolmente dalle autorità preposte e ricco di essenze che, originarie di numerose latitudini, hanno attecchito in riva al lago Ceresio trovando il giusto ambiente per vivere, esprimersi e suscitare un sentimento di meraviglia in quanti hanno modo di percepirne la bellezza.
Lungo i viali e fra le essenze del Parco Ciani avremo modo, a partire da acque e rocce, da foglie e portamenti, infiorescenze e semi di rivisitare alcune tappe della storia naturale che dal tempo profondo, insieme agli altri viventi, hanno plasmato anche noi: in particolare le nostre emozioni, i nostri sentimenti, il nostro senso estetico.
“L’estetico, afferma Ellen Dissenayake, non è qualcosa che si aggiunge alla nostra natura, qualcosa di appreso o di acquisito, come ad esempio imparare a parlare una seconda lingua: l’estetico, piuttosto, è il modo stesso in cui noi siamo”. (Ellen Dissenayake: L’infanzia dell’Estetica. 2015).
Passeggiando nel Parco Ciani riusciremo ad avvertire, davanti alla bellezza della natura, quel “qualcosa che ci colpisce profondamente e che non riusciamo a definire in termini logico-concettuali, un piacere universalmente sentito e condivisibile”? (I. Kant, Critica del giudizio, 1790).
Ci proveremo. Sabato 12 aprile, ore 10.30.