• "FRAMMENTI E COLLAGE"
  • 18 Novembre 2022

    PROUST O DEL SENTIMENTO

      Vincenzino Siani

    Oggi, 18 novembre 2022, cade il centenario della morte di Marcel Proust. Per celebrarlo, abbiamo pensato di pubblicare una pagina (fedele nel testo e nelle interpunzioni!) di Proust o Del Sentimento, (Garzanti, 1943). opera che Guido Morselli ha dedicato all’autore della Recherche.

    Nei Petits Poèmes en prose di Baudelaire si legge questo dialogo tra il poeta e uno “Straniero”:

    “ - Qui aimes-tu le mieux, homme énigmatique, dis? Ton père, ta mère, ta soeur ou ton frère? – chiede il primo
    “ - Je n’ai ni père, ni mère, ni soeur, ni frère.
    “ - Tes amis?
    “ - Vous vous servez là d’une parole don’t le sens m’est resté jusqu’à ce jour inconnu.
    “ - Ta patrie?
    “ - J’ignore sous quelle latitude est située....
    E il dialogo continua un po’ su questo tono, sin che:
    “ - Qu’aimes-tu donc, extraordinaire étranger? – chiede infine il poeta; al che l’altro risponde:
    “ - J’aime les nuages...Les nuages qui passent… là-bas… les merveilleux nuages! – “.

    Tra lo Straniero di Baudelaire e l’eroe di A la Recherche du Temps perdu, le assomiglianze non sono poche nè prive d’interesse. Questi “ merveilleux nuages ” naviganti tra i puntini di sospensione, con un facile traslato divengono il simbolo di quei labili stati d’animo sfioranti appena la coscienza, di cui si pasce Marcello. L’anelito ai “ più liberi, sconfinati orizzonti ”, che gonfiava i poetici cuori della metà dell’800 – come due generazioni innanzi si era espresso nell’irrequietezza morbida e immaginosa di Chateaubriand -, è divenuto con Proust ansia di “ evadere ” dai limiti del razionale per raggiungere entro l’individuo le zone estreme della sensibilità immerse nel subconscio, per “ esprimere l’inesprimibile ”. L’oggetto è mutato, la tendenza è la stessa. Il Marcello proustiano, come lo Straniero, è nostalgico, contemplativo, egocentrico. Si isola dagli altri, se non altro in ispirito, misconosce quando non ignora l’amicizia, la famiglia, la patria. Non ammette altro dovere che quello d’inseguire la sua quintessenziale “ réalité intérieure ”, alla quale sacrifica senza esitare ogni altra realtà.

    Da René all’interlocutore di questo ultra-romantico Baudelaire, al Mallarmé di Brise Marine (“Fuir! là-bas fuir!...) e al Marcello della Recherche, è palese continuità ideale, se non anche discendenza in linea retta; come, formalmente, da certe pagine dei Mémoires d’outre-tombe a questi stessi poemetti baudelairiani e alla prosa ritmica di Claudel. A codesti rapporti, d’altronde evidenti, si deve aver l’occhio, per intendere quello che, con qualche amplificazione, potremo chiamare il mondo spirituale dell’eroe di Proust.

    Proust finale