• NUTRIRSI CLUB
  • 7 Ottobre 2019

    LA PAROLA "TEMPO"

    VENERDI' 18 OTTOBRE 2019

    ORE 15-16.00 - Fabio Di Vincenzo 
    IL TEMPO E L'EVOLUZIONE DELL'UOMO

    ORE 16.30-17.30 - Alberto Panza 
    LE SORPRESE DELLO SPECCHIO


    Museo Macro Asilo, Stanza delle Parole, 
    Roma, via Nizza 138. Ingresso libero.

    IL TEMPO E L’EVOLUZIONE DELL’UOMO
    Fabio Di Vincenzo

    Il tempo della Terra e il tempo dell'Uomo inestricabilmente si intrecciano con il tempo della memoria, con quel lungo e incerto sguardo rivolto al passato che dà continuità e significato alla nostra esistenza. 
    Memoria però è anche tutto ciò che nel tempo abbiamo conosciuto, imparato, scoperto e sperimentato come esseri umani e che ci è stato tramandato grazie alla scrittura, alla parola e alla cultura. Il sapere, la cultura e la memoria confluiscono così nel tempo dell'uomo e lo definiscono.
    Le prime creature che possiamo chiamare umane, appartenenti quindi al genere Homo, sono anche le prime a manifestare in forma estesa e stabile il possesso di una cultura materiale. Di quegli uomini diversi da noi possiamo ricostruire le fattezze, cogliere alcuni tratti e abitudini basandoci sui fossili e sulle tracce della loro attività giunte fino a noi grazie alla memoria della Terra che le ha custodite per milioni di anni nella loro fragilità ma anche nella loro straordinaria durevolezza. Senza la memoria dunque il tempo scorrerebbe invano e tutto del passato ci sarebbe ignoto.

    Breve Curriculum vitae
    Fabio Di Vincenzo, naturalista e paleantropologo, è collaboratore del Museo di Antropologia "G. Sergi" dell’Università di Roma “La Sapienza” e membro dell'Istituto Italiano di Paleontologia Umana.
    Il suo interesse scientifico  principale riguarda l'evoluzione delle popolazioni umane del Pleistocene Medio in Europa, con particolare riferimento alla storia evolutiva dei Neanderthal. 
    Nelle sue indagini utilizza tecniche avanzate di imaging tridimensionale applicate allo studio dei fossili umani e delle loro caratteristiche morfologiche. 
    E' autore di decine di articoli su riviste specializzate nazionali e internazionali e autore assieme al professor Giorgio Manzi del libro sull'evoluzione umana "Qualcosa di molto speciale, come e quando siamo diventati umani" (Edizioni Espera 2018).

     dsu cnr Progetto Tempo DEF

    LE SORPRESE DELLO SPECCHIO
    Ritratto e autoritratto nel tempo e oltre il tempo
    Alberto Panza

    Fin dalle sue origini magiche, il ritratto appare come la messa in scena della presenza di un’assenza, l’espressione di un desiderio insopprimibile quanto vano: quello di fermare il corso del tempo, rendendo eterno ciò che è effimero e fugace. In questo senso il ritratto oscilla tra impotenza e onnipotenza: da un lato è una mera effige, un simulacro vuoto e inerte (effige deriva dal latino e-fingere); dall’altro è un doppio del vivente, un eidolon, qualcosa di animato e dotato di un potere anche temibile. 
    Nel passare dal ritratto all’autoritratto i paradossi non si riducono né si semplificano: è più facile o più difficile vedere se stessi? 
    L’autoritratto gode e soffre di tutte le suggestioni ambivalenti degli specchi e delle superfici riflettenti, simbolo di tutto quello che vediamo e di tutto quello che ci sfugge, fatalmente uniti insieme. 
    Lo specchio finisce sempre per sorprenderci: gli chiediamo una rassicurante conferma, ci sforziamo di costruire una rappresentazione coerente e ordinata di noi stessi, e lo specchio la relativizza costantemente. Non sorprende che l’autoritratto sia legato ai temi della Vanitas e del Memento mori, dalla più remota antichità fino ai nostri giorni.
    Possiamo attribuire un carattere perturbante allo specchio, che però non ha nessuna colpa, dato che si limita a ‘riflettere’ e dato che le sue contraddizioni sono in fondo le nostre.

    Breve Curriculum vitae
    Alberto Panza, storico dell’arte e psicoanalista, affianca all’attività terapeutica la ricerca in un’area transdisciplinare che collega antropologia, psicoanalisi ed estetica, come docente di Psicologia dell’Arte all’Università di Roma “La Sapienza” e, attualmente, come docente  di Psicoantropologia al Polo Psicodinamiche di Padova.