SOLO DOMANDE
Nayt, artista e rapper italiano, nel 2023 ha pubblicato il suo settimo album, Habitat: “Solo domande” è una delle canzoni più ascoltate della raccolta musicale, molto rappresentativa dello stile scelto dall’artista, il rap conscious.
Questo sottogenere del rap e dell’hip-hop è caratterizzato da testi che affrontano tematiche sociali, politiche e culturali e, soprattutto, esistenziali: il carattere riflessivo, critico ed educativo, infatti, contraddistinguono i testi musicali di questo genere, sempre accompagnati da un beat, elemento ritmico della canzone.
“Solo domande” è composta da una strofa iniziale, un ritornello, una seconda strofa e la ripresa del ritornello alla fine; di seguito il testo della canzone.
Strofa 1
Prima che tutto crolli spero che tu ti volti
Sembrano tutti morti, cerco i miei punti forti
Mamma fa: "Stai attento", papà: "Trovati un frutto e mordi"
Vedendo il mondo, un po' entrambi, non hanno tutti i torti
Quindi sei triste anche oggi, appresso quale blu ti porti?
Penso: "E, se evito belle persone, è perché hanno brutti corpi?"
Che cosa ho dentro? Sono onesto oppure mi idealizzi?
Se tu sapessi i miei vizi, gli scheletri che ho al pizzo
Se vado in cielo, appresso porto un po' di terra
Perché è sempre il contatto con la realtà che mi interessa
Firmo sempre un contratto perché si vende cosa ho in testa
E a volte chiedo se è giusto farlo, ma non so che rispondere
Stiamo su due strade opposte, le vogliamo entrambe
Chiedi se il vino è buono all'oste, ti dirà: "Alla grande"
Cercavi delle risposte, io ho solo domande
Io ho solo domande, io ho solo domande
Forse l'amore è solo giostre e zucchero di ansie
Per lei ho preso colpi alle costole, ho risposto: "Grazie"
Cercavo delle risposte, io ho solo domande
Io ho solo domande, io ho solo domande
Strofa 2
Che cosa affronta una donna quando è vittima di violenze?
In un uomo che l'ama cosa succede? Cosa sente?
Che terapia si applica ad un dolore così grande?
Come si può sostenere questo genere di domande?
Il patriarcato è tiranno di tutti o solo delle donne?
Io me ne sento più vittima che altro, ma con chi ne parlo?
Fuori dicono di essere furbo, di essere forte
Se esterni quello che provi, sei debole oppure un pazzo
Non è che, se sto con qualcuno, la possiedo, è mia
Ma l'idea di un tradimento mi fa a pezzi l'autostima
Io non so gestirla, cerco, non trovo una scusa
Sento solo di avere fallito con l'amore mio
La verità è che non c'è uomo che non debba farci i conti
E che nessuno sa come fare a farci i conti
E che nessuno vuole imparare a farci i conti
Sembra che i padri deleghino ai figli certi compiti
Non trovi?
Stiamo su due strade opposte, le vogliamo entrambe
Chiedi se il vino è buono all'oste, ti dirà: "Alla grande"
Cercavi delle risposte, io ho solo domande
Io ho solo domande, io ho solo domand
Forse l'amore è solo giostre e zucchero di ansie
Per lei ho preso colpi alle costole, ho risposto: "Grazie"
Cercavo delle risposte, io ho solo domande
Io ho solo domande, io ho solo domande
Il brano, rispettando i caratteri del rap conscious, è ricco di riflessioni, considerazioni sociali e, in un più ampio contesto culturale, esistenziali.
Nayt, con uno stile crudo ed empatico, riesce ad esprimere con chiarezza e intensità le emozioni di cui parla.
Il testo trasmette un sentimento di paura e angoscia crescente, che culmina nel ritornello. Nayt riesce a rendere tangibile questa sensazione attraverso versi diretti e immagini potenti.
Vengono proposte due versioni dello stesso sentimento d’angoscia: nel primo caso, Nayt parla di una paura concreta, che descrive attraverso la violenza fisica (strofa 2), l’altra, che racconta nel ritornello, è una paura “astratta” e contemporaneamente molto opprimente: è l’ansia esistenziale, il senso di smarrimento di fronte a domande che non hanno una risposta certa.
Come potremmo definire e inquadrare in modo più chiaro e comprensibile questa “paura astratta” di cui parla Nayt?
Forse la risposta la troviamo nel ritornello della canzone, quando il rapper canta “cercavi delle risposte, io ho solo domande” e con due semplici versi, esprime un concetto che accomuna tutti quanti noi. Quindi l’ascolto e la lettura del testo della canzone, mi hanno portato a sviluppare la seguente considerazione.
Le nuove generazioni, a cui appartengo anche io, con lo sviluppo delle nuove tecnologie, dei social e di internet, hanno continuamente un accesso diretto e immediato a qualsiasi informazione. Si è sviluppata quindi l’abitudine, la garanzia, di trovare su Internet una soluzione rapida e spesso definitiva per ogni dubbio o domanda che abbiamo. Questa abitudine però si scontra con la natura umana, che consiste nell’interrogarci su questioni esistenziali che inevitabilmente si presentano nel corso della nostra vita e a cui non possiamo trovare una risposta definitiva.
“Cos’è la morte?” “Perché ci troviamo qui?” “Cos’è la felicità e che senso ha la nostra vita?”.
Tutte le risposte a queste domande non possiamo trovarle con un clic, ma richiedono un confronto con noi stessi, con la nostra interiorità; richiedono introspezione e soprattutto accettazione dell’incertezza (dato che non ci sono risposte certe, giuste o sbagliate), dimensioni con cui si fa fatica ad avere contatto oggi. Di conseguenza, davanti a questa mancanza di certezze, si genera un senso di “non adeguatezza” che, spesso, si traduce in paura. È la sensazione di trovarsi davanti a qualcosa d’invalicabile, davanti a qualcosa che non si può inquadrare in una cornice, ma che sfugge alla logica e al controllo.
Il vocabolario Treccani definisce cosi la paura: “La paura è uno stato emotivo consistente in un senso d’insicurezza, di smarrimento e di ansia di fronte a un pericolo reale o immaginario, o dinanzi a cosa o a fatto che sia o si creda dannoso”. Abituati a risposte chiare e immediate, fatichiamo ad accettare che, paradossalmente, le domande più importanti, non abbiano una “risposta giusta”, e che la soluzione sia soggettiva e derivi dalle nostre esperienze, dai nostri valori, dalle nostre credenze. Accettare l’ignoto può sembrare destabilizzante, ma è proprio nel dubbio e nella paura che riscopriamo la nostra autenticità.
Il 17 ottobre del 2024, Nayt è stato intervistato in un programma culturale, “Riserva Indiana”, a proposito di questa canzone. Durante l’intervista, viene commentata un’affermazione di Nayt: “L’artista è colui che guarda dentro l’abisso”, definizione molto forte che, come ricorda il conduttore, Stefano Massini, ritroviamo anche in altre canzoni del classico cantautorato italiano: “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior” (“Via del campo”, Fabrizio De André).
Ma cosa intende di preciso Nayt quando parla di abisso? Per l’artista, l’abisso è l’inesplorato, lo spazio buio e successivamente approfondisce questo discorso. Per lui la più grande lotta dell’uomo è tra l’amore e la paura e quello di cui avremmo bisogno, che manca oggi, sono proprio persone, che Nayt definisce artisti, capaci di dialogare con questo abisso, capaci di accoglierlo e non di scacciarlo, capaci di fare luce in questo spazio buio, come atto d’amore verso gli altri. Nayt non ci incoraggia solamente ad affrontare il buio e a scoprirlo, ci invita ad avere fiducia nell’abisso, ad affidarsi a questo, e ad accogliere la paura come un’alleata. Come dice il rapper, la paura, non è un sentimento negativo, è anzi un sentimento amico che ci rende consapevoli dei rischi a cui andiamo incontro.
In definitiva, “Solo domande” non offre risposte, ma ci spinge a cogliere e ad accettare l’incertezza, parte inevitabile della nostra vita. Nayt ci ricorda che la forza non sta nel trovare delle risposte definitive, ma sta nel coraggio di affrontare le domande che abbiamo, nel coraggio che ci spinge ad esplorare la nostra interiorità e i nostri abissi. In questo senso, la paura non dovrebbe essere un freno, un ostacolo, ma, piuttosto, un’alleata, una guida che, se accolta, può mostrarci la via per raggiungere le parti più profonde ed inesplorate di noi stessi.
Ed è proprio al termine di questo viaggio che potremmo riscoprire la nostra autenticità, accettando che non troveremo risposte a tutte le nostre domande, e che, forse, è proprio questo il senso della ricerca.