Chiaro di luna
Andy e Bel, i loro tre figli Jake, Fred e Bridget, Ralph e Maria, vecchi amici un tempo intimi ora lontani, segnano il percorso di “Chiaro di luna”, atto unico di Harold Pinter.
L’assurdità del quotidiano, le bizzarrie del caso, le attese deluse, i frammenti di un passato faticosamente recuperati e solo in apparenza rielaborati, vanità elevate a mete gloriosamente raggiunte, luoghi-non luoghi assunti a silenziosi, protettivi rifugi.
Il tutto detto in dialoghi e monologhi sottilmente ironici, a volte sarcastici, spesso divertenti, ai confini dell’assurdo e del comico o elegiaci e sentimentali, stupiti e dolenti.
E’ il modo di Pinter, stupefacente e poetico, di descrivere la nostra vita, il nostro tempo, l’oscuro e misterioso senso delle cose e l’autoconvincimento consolatorio che, comunque, si è vissuto, fra temporanei approdi amorosi, pratiche di virtù morali e sociali cui si fa fatica a credere, esistenze segnate da deliri paranoidei, definitivamente annegate nell’assurdo.
A tutto ciò partecipiamo con empatia e simpatia, spesso con il sorriso: in scena vi sono i nostri dilemmi, le giustificazioni che diamo ai nostri atti, le scorciatoie che percorriamo per scansare l’ignoto, insostenibile senso del nostro vivere.